Caso Dazn e serie A: la società ha rifiutato l’offerta di Sky di condividere i diritti tv. A pagare le conseguenze del mercato rischiano di essere (ancora) i consumatori
Non è che a pagare saranno come sempre i consumatori? La domanda è più che fondata se si guarda alle partite di calcio di serie A e alla trasmissione degli incontri sportivi su Dazn, che si è aggiudicata i diritti televisivi. «Non vogliamo entrare in questa querelle che sembra avere sempre più del paradossale ma chiediamo chiarezza una volta per tutte. Chiediamo dettagli chiari su costi aggiuntivi, integrazioni di abbonamenti già sottoscritti o da sottoscrivere. Così come vogliamo vederci chiaro sulle partnership sottoscritte da Dazn con Tim», ha detto Roberto Tascini, presidente dell’Adoc.
Dazn rifiuta l’offerta di Sky
Ma cosa è successo (ancora)? La cronaca racconta che Dazn ha rifiutato l’offerta di Sky per condividere i diritti tv della serie A e la trasmissione delle partite di ogni giornata. Secondo quanto scrive la Gazzetta dello Sport citando Bloomberg, Sky avrebbe offerto 500 milioni «per tenere l’app Dazn sul suo set-top box, oltre al servizio satellitare, ma Dazn avrebbe respinto la proposta, dopo avere portato a casa, nel marzo scorso, un accordo per diventare la principale emittente di serie A per le prossime tre stagioni, per la cifra di 2,5 miliardi». C’è poi anche il fatto che partner tecnologico e commerciale di Dazn è Tim. E dunque chi volesse vedere le partite con un decoder dovrebbe usare Timbox di Timvision. Per ora insomma non c’è spazio per la trasmissione sul satellitare di Sky e su Sky Q.
Dazn e il prezzo dell’abbonamento
Un altro fronte critico per i consumatori è quello dei prezzi dell’abbonamento a Dazn, in aumento come già denunciato dai Consumatori e non senza ambiguità per le persone che erano abbonate a Sky.
«Dazn ha triplicato il prezzo per i nuovi clienti, da 9.99 euro e 29.99 mentre per gli abbonati è stato duplicato, questa al momento sembra essere l’unica certezza», continua Tascini.
L’associazione ha chiesto un incontro con Dazn per poter tutelare i consumatori immaginando di attivare protocolli di conciliazione e per avere informazioni più chiare su offerte e pacchetti. Anche perché il tema è complesso e risolvere le controversie con i consumatori già si preannuncia difficile.
«Abbiamo a che fare con una società che, in caso di contenzioso, ha una clausola di giurisdizione esclusiva a favore dei tribunali inglesi e non osiamo immaginare cosa vorrà dire cercare di risolvere le controversie a favore dei consumatori – prosegue il presidente Adoc – Dazn ancora non ha convocato le associazioni dei consumatori e questo lo riteniamo inaccettabile».
La partnership con Tim e l’innovazione tecnologica
Altro tema riguarda la partnership con Tim.
«Inoltre sentiamo parlare da parte di Tim di visori a realtà aumentata per vedere la serie A. L’Adoc non è contraria a nessun tipo di innovazione tecnologica ma chiediamo ancora che ci venga spiegato come verrà garantita una visione ottimale in streaming dal momento in cui gli utenti collegati aumenteranno esponenzialmente – prosegue Tascini – Forse prima di guidare una Ferrari sarebbe il caso di imparare ad andare in bicicletta? Considerando che fino a pochi giorni fa si è parlato di spalmare le partite di campionato in dieci orari diversi per evitare disservizi dovuti alle eccessive connessioni sulla piattaforma Dazn».
L’Adoc chiede dunque “una presa di coscienza e senso di responsabilità” a tutti perché il costo della situazione non sia a carico dei consumatori. E chiede di «ragionare su un sistema che garantisca la concorrenza di vari operatori sul mercato per poter dare la possibilità agli utenti finali di scegliere modalità e prezzi di fruizione del servizio».