Roberto Tascini è il Presidente di Adoc, l’Associazione Nazionale per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori promossa dalla UIL che assiste gli iscritti con operatori volontari esperti sui diritti del consumatore. In questa intervista cerchiamo di fare il punto sulla situazione in Italia, anche sulle risultanze della pandemia, sui principali temi ed ambiti per migliorare la qualità della vita e potenziare l’associazionismo, come fattore di partecipazione e crescita democratica.
Presidente, entrando nel merito dell’attualità, quali pensa siano in questo momento di pandemia i temi più caldi sul fronte dei consumatori anche per attutire gli effetti della crisi o migliorare gli stili di vita che ne sono stati fortemente condizionati? Se ci può fornire le sue riflessioni dal punto di vista di un’importante Associazione come la vostra e della sua esperienza.
L’emergenza sanitaria ha avuto in impatto importante sulle abitudini di acquisto degli italiani. In particolare, durante l’isolamento a casa, molti consumatori si sono affidati per la prima volta all’e-commerce, mentre altri hanno iniziato ad usarlo con più frequenza e anche per acquisti diversi dal solito, come i prodotti alimentari, per la casa e la cura della persona. Naturalmente le truffe online sono aumentate. Per non parlare delle numerosissime segnalazioni che abbiamo ricevuto per quanto riguarda i voucher per viaggi e concerti.
In generale quali sono i temi che riscuotono maggior successo nella vostra Associazione e maggiormente sentiti dai consumatori come da tutelare?
Il Consumatore del nuovo millennio è, sicuramente, più informato; è e vuole essere parte del mondo nel quale vive, e questo significa che ha compreso come le sue scelte di consumo sono importanti per la sua vita, la sua salute, per il mondo in cui vive e opera. È aumentata da parte del Consumatore la consapevolezza, la conoscenza e la sensibilità verso temi quali la sostenibilità, il cambiamento climatico, una corretta alimentazione, il risparmio energetico, la gestione e tutela dei propri dati personali. In prospettiva le scelte di consumo dovranno orientarsi verso servizi e prodotti che garantiscono la sostenibilità integrale; ambientale, sociale e consumeristica. Questo ruolo attivo del cittadino/consumatore può cambiare l’economia dal basso riequilibrando e democratizzando il mercato.
Quali sono le sue riflessioni sul mondo dell’Associazionismo visto che l’Italia è tipicamente un paese povero di risorse associative anche per la mancanza di una cultura “civica”?
Nel contesto internazionale l’Italia ha tradizionalmente occupato una posizione arretrata nell’ambito della partecipazione associativa. Assistiamo ad una mancanza di una cultura civica frutto di un mix di fattori quali sfiducia negli altri, egoismo e isolamento sociale. L’Italia continua ad essere il Paese di Guicciardini dove l’attenzione al proprio particulare prevale sul resto, purtroppo lo stiamo constatando anche nell’attuale gestione dell’emergenza sanitaria. Infatti stiamo assistendo a forti spinte individualistiche, alla ricerca di soluzioni personali mentre i problemi sono complessi e collettivi e richiederebbero solidarietà e partecipazione attiva dei cittadini.
A riguardo ci sono delle diversità territoriali e quali sono i motivi ? Più in generale come si può migliorare la sensibilità e l’irrobustimento di un ambito che è parte integrante della vita democratica di un Paese
Esiste un oggettivo divario tra le varie aree del nostro Paese in particolare tra il nord d’Italia, il centro ed il meridione. Dobbiamo promuovere la partecipazione attiva alla vita pubblica in tal senso basterebbe il richiamo alla raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa dell’aprile 2002 sull’ ”Educazione alla Cittadinanza democratica” aspetto fondamentale per promuovere una società libera, rispettosa dei diritti di ognuno e giusta. Sviluppando la “competenza civica” ovvero la capacità di impegnarsi in modo efficace con gli altri nella sfera pubblica nonché di mostrare solidarietà e interesse per risolvere i problemi che riguardano la collettività locale e la comunità allargata.
(Intervista da http://www.condivisionedemocratica.com)